L’Italia ha due mesi di tempo per regolarizzare la propria posizione di fronte alla Commissione Europea, che la scorsa settimana a Bruxelles ha deciso l’invio al nostro Paese di un “parere motivato” per il superamento dei limiti giornalieri delle emissioni nocive di particolato PM10, le cosiddette polveri sottili, in 30 diverse zone di rilevamento, nelle regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Campania, Marche, Molise, Puglia, Lazio e Sicilia. L’avvertimento fa riferimento inoltre al superamento dei limiti annuali nelle aree di Venezia-Treviso, Vicenza, Milano, Brescia, Torino, Valle del Sacco (Lazio) e due zone nella pianura lombarda.
Dopo un primo avviso, costituito da una lettera di “messa in mora” inviata nel giugno 2016, il parere motivato rappresenta un ultimo avvertimento al nostro Paese prima del deferimento alla Corte di Giustizia europea.
In questi due mesi, l’Italia ha quindi l’obbligo di predisporre piani di miglioramento della qualità dell’aria per ovviare al più presto al superamento dei limiti giornalieri e annuali di PM10, poiché, come afferma la Commissione, “le misure legislative e amministrative prese dall’Italia finora si sono dimostrate insufficienti ad affrontare il problema”.
A questo proposito, AiCARR è intervenuta già a febbraio, inviando ai Comuni italiani una lettera nella quale, oltre a puntualizzare come non sia assolutamente sufficiente il solo blocco del traffico automobilistico, spesso utilizzato come misura d’emergenza per l’abbattimento dell’inquinamento, ha offerto la propria collaborazione per individuare misure di contrasto basate su interventi legislativi e tecnici mirati a migliorare la situazione del parco impiantistico in edilizia, responsabile di buona parte delle emissioni nocive in ambiente.