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11/01/2018
 
Contabilizzazione e ripartizione del calore: una conquista energetica o un'altra causa di litigio tra condomini?
 

A circa un anno dalla scadenza del vincolo fissato dalla direttiva europea 2012/27/EU sull’obbligo di installazione di contatori/ripartitori di calore negli edifici con impianto termico centralizzato è giusto fare un primo bilancio sull’efficacia di questa misura e sulle potenziali criticità ancora irrisolte.

E’ notizia di questi giorni che l’installazione dei ripartitori di calore porta, in alcune condizioni, a conteggiare un consumo energetico anche ad impianti spenti. Il problema, se pur marginale e noto dal punto di vista tecnico, riapre una discussione sulla trasparenza della misura (più volte segnalata da AiCARR), quindi sulla necessità di individuare con chiarezza dei limiti massimi di errore in campo (a garanzia della fede pubblica) e su chi garantisce l’utente finale nel caso di malfunzionamenti e contenziosi. 

Questa posizione, pur avendo trovato spazio in CTI, è stata cassata dalla versione finale della norma UNI 10200. Molti affermano, infatti, che non è necessaria alcuna garanzia ulteriore rispetto a quella già fissata dalla EN 834, salvo poi non prendere posizione quando accadono contestazioni sul malfunzionamento dei ripartitori in campo, lasciando ai progettisti e agli amministratori l’onere di risolvere le problematiche connesse all’affidabilità della misura in campo. Una recente nota del Ministero dello Sviluppo Economico conferma che, non essendo determinato per i ripartitori di calore alcun percorso omologativo metrico legale, non è possibile esprimere da parte degli uffici MiSE e delle CCIAA alcun parere.

La metrologia legale, in assenza di regole certe fissate dalla normativa tecnica, applica gli stessi errori massimi previsti in laboratorio. Siamo proprio sicuri che ciò sia verosimile e riferibile anche ai ripartitori? 

L’Università di Cassino ha recentemente elaborato un modello di stima dell’incertezza di misura in campo dei sistemi di contabilizzazione indiretta ed effettuato un confronto sperimentale tra metodi diretti e indiretti. I risultati dimostrano che l’istallazione dei sistemi di ripartizione su radiatori di diverse tipologie può condurre a ripartizioni non compatibili.

Un’altra problematica, ben nota, è quella che riguarda gli edifici a occupazione saltuaria: alcuni addetti ai lavori affermano che i sistemi di ripartizione normati dalla UNI EN 834 sono affidabili anche in queste condizioni, senza però dare alcuna evidenza sperimentale sull’affidabilità della misura in condizioni di funzionamento dell’impianto a carico parziale. 
Il CTI aveva proposto una soluzione che cercava di supplire a questa criticità; purtroppo, la legittimità di questa soluzione è stata fortemente contestata da alcuni costruttori, che non hanno però ritenuto opportuno fornire una soluzione alternativa o riconoscere l’inapplicabilità tecnica della ripartizione del calore per edifici a occupazione saltuaria.
Resta, infine, ancora aperto il problema della ripartizione negli edifici poco efficienti (soprattutto in quelli storici e di edilizia popolare), che comporta il più delle volte un sovraccarico economico inaccettabile e limitato solo ad alcuni appartamenti. Un classico esempio è un edificio popolare senza ascensore e senza vista panoramica, ma soprattutto con il solaio di copertura non isolato, in cui il malcapitato condomino dell’ultimo piano è “colpevole” di consumare molto più di chi occupa l’appartamento sulla stessa verticale al piano sottostante e deve scegliere tra avere freddo oppure pagare da solo per una inefficiente prestazione energetica dell’edificio.

In questa situazione, AiCARR ha proposto, con l’accordo di ANACI, ANTA, CNI, ENEA, Regione Lombardia, Collegio dei Periti, l’applicazione di appositi coefficienti di “efficientamento”, che, salvaguardando il principio di responsabilità individuale dei consumi energetici, sopperiva a tale iniquità e soprattutto mirava a invogliare l’intera assemblea condominiale a mettere in atto soluzioni di efficientamento dell’involucro edilizio. 

L’auspicio è quello che la soluzione proposta, che attualmente sembra riscuotere ampio consenso, possa essere presto recepita dal legislatore. 

1. L.Celenza, M.Dell’Isola, R.D’Alessio, G.Ficco, B.I.Palella, G.Riccio, “Heat accounting in historical buildings”, in proceedings of 49th AICARR congress, 26-28 february 2014, Rome, Italy.

2. G. Ficco, P. Vigo. Contabilizzazione dell’Energia termica: un mercato da regolare. AICARR Journal Vol.30 (2015) 22-27

3. M.Dell’Isola, F.Arpino, L.Celenza, G.Ficco, P.Vigo I Ripartitori di calore Nella contabilizzazione dei consumi di energia, AICARR Journal Vol.32 (2015)

4. L.Celenza, M.Dell’Isola, G.Ficco, P.Vigo, Confronto sperimentale dei sistemi di contabilizzazione del calore in un edificio residenziale, Congresso AICARR Bologna 2015

5. M.Dell’Isola, G.Ficco. La contabilizzazione del calore in ambito residenziale, Congresso AICARR Bologna 2015

6. L. Celenza, M. Dell’Isola, G. Ficco, P. Vigo Confronto sperimentale dei sistemi di contabilizzazione del calore in un edificio residenziale, AICARR Journal Vol.36 (2016)

7. L.Celenza, M.Dell'Isola, G.Ficco, M.Greco, M.Grimaldi. Economic and technical feasibility of metering and sub-metering systems for heat accounting. International Journal of Energy Economics and Policy, 2016, 6(3), 581-587.

8. F. Arpino, G. Cortellessa, M. Dell’Isola, G. Ficco, R. Marchesi, C. Tarini. Influence of installation conditions on heating bodies thermal output: preliminary experimental results 2016 Energy Procedia 101, pp. 74-80

                                                                                            Marco Dell’Isola
                                                                                            Membro della Commissione Normativa AiCARR

Per ulteriori approfondimenti sul tema è possibile consultare l'articolo pubblicato su AiCARR Journal N. 38 (maggio/giugno) 2016 clicca qui 

 
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