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30/11/2023
 
CER: via libera dalla Commissione europea al decreto italiano
 

Con un comunicato pubblicato sul proprio sito, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dato notizia del via libera da parte della Commissione europea al decreto italiano di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, che permetterà alle Comunità Energetiche Rinnovabili di diventare una realtà diffusa nel Paese. Il modello italiano, spiega il comunicato, è stato attentamente valutato dalla Commissione europea, data la sua unicità, e l’approvazione rende il documento un apripista per esperienze in altre nazioni europee.

Il decreto è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto.

L’incentivo in tariffa è rivolto a tutto il territorio nazionale e prevede un risparmio sui costi dell’energia per chi costituisce una Comunità. La potenza massima finanziabile è pari a cinque Gigawatt complessivi, il limite temporale è fissato a fine 2027.

Il contributo a fondo perduto è rivolto ai Comuni sotto i 5.000 abitanti. La misura prevede un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili in relazione all’investimento effettuato per realizzare un nuovo impianto o per potenziarne uno esistente. Tale misura è finanziata con 2,2 miliardi dal PNRR, con l’obiettivo di realizzare una potenza complessiva di almeno 2 Gigawatt, con limite temporale fino al 30 giugno 2026. Il contributo a fondo perduto potrà essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

I benefici previsti dal decreto riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse. I destinatari del provvedimento possono essere gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi.
La potenza dei singoli impianti non può superare il Megawatt.

L’iter per la realizzazione di una CER prevede l’individuazione di un’area dove realizzare l’impianto e altri utenti con cui associarsi, connessi non più alla cabina secondaria, ma alla cabina primaria. Si crea poi la Comunità con uno Statuto o un atto costitutivo, che abbia come oggetto sociale prevalente i benefici ambientali, economici e sociali. Dopo una verifica facoltativa preliminare con il Gestore Servizi Energetici (GSE) relativa all’ammissione del progetto all’incentivo, si ottiene l’autorizzazione a installare e connettere l’impianto alla rete, per renderlo operativo. Quindi si richiede l’incentivo al GSE, che è il soggetto gestore della misura.

Il testo della proposta di decreto è scaricabile previa autenticazione Socio al seguente link

 

 
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