Nel recente rapporto sulla competitività dell'Unione Europea, Mario Draghi sottolinea la necessità di disaccoppiare i prezzi del gas da quelli dell'elettricità e di accelerare il permitting per le rinnovabili, promuovendo anche il nucleare e la cattura della CO2. Per evitare un lento declino, sono necessari investimenti aggiuntivi annuali tra i 750 e gli 800 miliardi di euro, pari al 4,4-4,7% del PIL dell’Unione nel 2023. Per contestualizzare, questi valori sono significativamente più elevati rispetto agli investimenti del Piano Marshall, che si attestavano all’1-2% del PIL nel periodo 1948-1951.
Il documento identifica tre aree chiave per il rilancio:
1. Innovazione: È fondamentale colmare il divario di innovazione rispetto a Stati Uniti e Cina, focalizzandosi sulle tecnologie avanzate.
2. Decarbonizzazione: Si propone un piano comune per la decarbonizzazione, con l’obiettivo di promuovere energie rinnovabili, nucleare e tecnologie di cattura della CO2.
3. Sicurezza Energetica: Aumentare la sicurezza energetica e ridurre le dipendenze geopolitiche è cruciale per garantire stabilità e attrattività per gli investimenti.
Attualmente, l'UE affronta un grave divario di competitività energetica, con prezzi del gas fino a cinque volte superiori rispetto a USA e Cina, il che influisce direttamente sugli investimenti e sull'intera economia. Il rapporto propone di stabilire accordi a lungo termine per il gas, semplificare le autorizzazioni per le rinnovabili e promuovere contratti a lungo termine per disaccoppiare i prezzi elettrici dai combustibili fossili, incentivando così la decarbonizzazione attraverso il passaggio all'idrogeno e ai combustibili verdi. Senza un’adeguata azione, il gap competitivo dell'UE potrebbe aggravarsi, ostacolando la transizione verso un sistema energetico più sostenibile.
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