Con circa 309 miliardi di euro, il 2022 è stato l’anno più interessante per gli investimenti edilizi in Italia. Merito degli incentivi, come spiega il XXXVII Rapporto Congiunturale e Previsionale di CRESME, il cui termine porterà a breve a un calo significativo pari al 4,2% nel 2024 e al 6,2% nel 2025.
È bene comunque notare che i valori in gioco nel 2025 saranno comunque superiori del 20% rispetto al 2019: il mercato è sostenuto dalle opere pubbliche, attese in crescita del 13,7% nel 2024, grazie agli investimenti record del 2022-2023 (91-97 miliardi) e a una spesa pubblica destinata a proseguire fino al 2027.
In tutto ciò, l’impiantistica riveste un ruolo chiave: nel 2023, infatti, la relativa spesa ha rappresentato il 37% del totale nel settore dell’edilizia. Il leggero calo rispetto al 2019 (39%) non impensierisce, poiché fortemente influenzato dagli incentivi (Superbonus) che hanno visto prevalere gli interventi per l’isolamento termico rispetto agli impianti stessi.
La crescita media annua del settore impiantistico rimane decisamente positiva, attestandosi al +9,4% tra il 2021 e il 2023, a fronte dell’11,1% complessivo per l’edilizia.
Queste sono alcune anticipazioni, l’analisi completa del CRESME, sviluppata nel XXXVII Rapporto Congiunturale e Previsionale, sarà presentata a Milano il 4 dicembre.