Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla legge delega per il nuovo Codice dell’edilizia e delle costruzioni.
L’obiettivo è quello di fare chiarezza in un panorama normativo diventato negli anni un labirinto di leggi nazionali, regionali e locali che spesso si sovrappongono e contraddicono. La riforma punta a semplificare i procedimenti, e garantire standard minimi uniformi su tutto il territorio nazionale attraverso i cosiddetti Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP).
Una delle novità più interessanti riguarda la digitalizzazione totale dei procedimenti edilizi attraverso una anagrafe e un fascicolo digitale per ogni costruzione: in caso di necessità, ai cittadini non sarà più chiesto di presentare documenti già in possesso della Pubblica Amministrazione.
La riforma ripensa anche le categorie degli interventi edilizi, distinguendo più chiaramente tra nuove costruzioni, trasformazioni del patrimonio esistente, adeguamenti funzionali e opere minori.
Anche i titoli abilitativi - Permesso di Costruire, SCIA, CILA - saranno razionalizzati secondo criteri di proporzionalità.
Il nuovo Testo Unico è pensato per favorire il recupero del patrimonio esistente, la rigenerazione urbana e l’efficientamento energetico, con particolare attenzione alla sicurezza antisismica e al contenimento del consumo di suolo. Scompaiono però, rispetto alle bozze precedenti, gli incentivi volumetrici e le deroghe su altezze e distanze.