Costituzione italiana, tutela del patrimonio culturale ed energetico, ruolo della Repubblica e responsabilizzazione dell’individuo: questi in sintesi i temi, impegnativi e imprescindibili, al centro dell’intervento del Presidente AiCARR, pubblicato sul Corriere della Sera del 7 febbraio scorso e sull'editoriale che apre il numero 36 di AiCARR Journal.
Scrive de Santoli “I due referendum in programma (quello costituzionale quando sarà approvato definitivamente il ddl Boschi e quello sui diritti delle trivellazioni) forniscono un’occasione per affrontare il tema di quale modello energetico deve essere perseguito in Italia. La semplicità dell’art. 9 della Costituzione (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio ed il patrimonio storico e artistico della nazione) deve far riflettere sulla natura del soggetto che promuove la tutela, la Res-Publica (e non lo Stato) e dell’oggetto della tutela, il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, considerati beni comuni.
È stata la perdita progressiva di questo signficato originario in un mondo sempre più globalizzato e regolato dai mercati che ha permesso anche in questo settore una de-responsabilizzazione inviduale, che ha considerato quei beni non suoi, lontani e forse anche inutili. Un paesaggio sempre più degradato (si pensi all’inquinamento ambientale e allo sfruttamento delle risorse della terra) è coinciso con un patrimonio culturale sempre meno protetto e valorizzato. La loro scomparsa comporterà la scomparsa della nostra identità perché essi rappresentano lo spazio (il paesaggio) e il tempo (la memoria) della nostra cultura.
La crisi di questi anni è soprattutto culturale perché, tra l’altro, è stata disattesa l’invocazione dell’articolo 9 sull’importante ruolo della cultura che – con la ricerca – rappresenta lo sviluppo di una comunità e del suo territorio. Applicare l’articolo 9 della Costituzione significa contrapporsi a un modello (economico, sociale, etico) che invece lo ha negato.
Anche l’energia è un bene comune e anche l’energia deve essere oggetto, se vogliamo continuare a credere nell’articolo 9, del passaggio da una cultura della proprietà a una cultura della condivisione, da una concentrazione e centralizzazione proprietarie al loro opposto, quello di uno spazio aperto, distribuito, di tutti.
L’energia in quanto bene comune è bene da tutelare ma anche, in quanto risorsa, deve essere sicura, pulita – dove efficienza energetica e fonti rinnovabili sono l’unica opzione – e perciò strumento necessario per la tutela della nostra stessa identità. Nello spirito della nostra Costituzione".
Livio de Santoli