Lo scorso 8 aprile, Italia, Francia e Germania hanno bocciato il CBAM, Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, anche noto come dazio europeo sul carbonio.
Il meccanismo si riferisce in particolare alle importazioni extra-europee di merci ad alta intensità carbonica (come alluminio e acciaio) e ha l'obiettivo di risolvere il problema delle emissioni di gas a effetto serra, incorporate in alcune merci importate nell'UE, con una tassa sulle importazioni da Paesi terzi in base alle emissioni di gas generate dalle produzioni delle merci stesse.
Il meccanismo dovrebbe entrare in vigore nel 2026, ma uno dei principali problemi che preoccupa le imprese manifatturiere europee, è l'aumento dei prezzi che il CBAM potrebbe provocare sulle materie prime importate, gravando così sulla competitività. Infatti, se il dazio carbonico verrà applicato soltanto alle materie prime e ai prodotti intermedi, e non sui prodotti finiti, il rischio di svantaggiare le aziende manifatturiere europee rispetto a quelle extra europee è molto alto. (Un approfondimento sul meccanismo del CBAM è presente nell’AiCARR Journal n. 84 cliccando qui).