La nuova norma UNI 11976, elaborata dalla commissione Ergonomia, introduce uno standard per valutare la qualità dell’aria indoor negli ambienti civili, riconoscendone l’importanza per il benessere umano.
Il documento, allineato con la UNI EN 16798-1 e la Direttiva EPBD 2024, analizza tre categorie di inquinanti: chimici (composti organici volatili e polveri sottili), fisici (radon) e biologici (virus, microrganismi e allergeni).
Per una corretta valutazione, la norma raccomanda monitoraggi di almeno 5 giorni sia in stagione calda che fredda, utilizzando l’anidride carbonica come indicatore principale dell’efficacia dei ricambi d’aria in residenze, uffici ed edifici per l'istruzione. Considerato che le persone trascorrono fino al 90% del proprio tempo in spazi chiusi, l’implementazione di questa norma offre molteplici vantaggi: ambienti più salubri per i cittadini, strumenti di verifica per i gestori degli edifici e parametri chiari per i progettisti.
Questo standard si inserisce in un più ampio contesto di attenzione alla salute negli ambienti confinati, facendo riferimento anche ai documenti del Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità e rappresentando l’approccio integrato tra efficienza energetica e qualità dell’aria promosso dalle normative europee e nazionali.