L’impatto degli edifici sui consumi energetici degli edifici è stimato attorno al 40% del totale. I moderni sistemi HVAC, in particolare se abbinati all’uso di fonti fluttuanti come le FER, possono contribuire alla riduzione dei consumi e alla decarbonizzazione del pianeta.
Occorre però trovare il corretto equilibrio tra tre elementi difficili da conciliare tra loro: intelligenza artificiale, modelli fisici e HVAC.
Lo ha ben chiarito il Prof. Claudio Zilio, Presidente AiCARR, in occasione del proprio intervento durante il convegno “AI ed Energia: mix esplosivo o connubio perfetto?”. Prendendo in prestito la metafora del triello, il duello a tre reso famoso dal film “Il buono, il brutto, il cattivo”, allo stesso modo Zilio stabilisce un rapporto di reciprocità tra intelligenza artificiale, modelli fisici e HVAC.
Il buono è l’IA, il brutto è il modello fisico, mentre il cattivo è l’impianto HVAC, poiché costituito da sistemi che per loro natura sono fortemente non lineari e gestirli può rivelarsi davvero complicato. In molti casi il confronto tra la simulazione di apparati anche relativamente semplici, come una pompa di calore, sfruttando l’intelligenza artificiale può generare risultati fuorvianti.
L’intelligenza artificiale, proprio come nel film, funziona infatti solo in accordo con il “brutto” (i modelli fisici) per ottenere il miglior risultato possibile. I sistemi ibridi che sommano i vantaggi dell’intelligenza artificiale e dei modelli fisici possono così avere la meglio sulle macchine HVAC, che vanno messe in rete (IoT) al fine di farle dialogare tra loro e con gli altri sistemi.
In definitiva, per ottenere il miglior risultato possibile IA e modelli digitali devono collaborare tra loro, e per farlo è necessario rivedere almeno in parte l’approccio progettuale tenendo conto anche dell’impiego dell’IA.